Ci risiamo, verrebbe da dire. Nella memoria restano ancora impresse quelle immagini dell'estate 2008, quando Riccardo Ricco', fino a quel punto rivelazione della Grande Boucle, viene portato via dai gendarmi francesi per la positività al Cera. Quattro anni dopo, a turbare il primo giorno di riposo della corsa fin qui dominata da Bradley Wiggins, ecco ancora la fastidiosa ombra del doping.
A finire in manette, durante la perquisizione nell'albergo che ospita la Cofidis a Bourg-en-Bresse è Remy Di Gregorio, 26enne corridore francese finito nel mirino della procura di Marsiglia. L'accusa formalizzata dal giudice istruttore Annaick Le Goff riguarda la "presunzione di doping" e Di Gregorio è stato già portato a Marsiglia, dove ha cominciato la sua carriera nel '99 nelle fila della La Pomme, per essere interrogato assieme ad altre due persone arrestate. L'indagine è stata avviata lo scorso anno, quando Di Gregorio era ancora in forza all'Astana, e la Cofidis ha subito sospeso il corridore, annunciando misure drastiche qualora le accuse dovessero essere confermate.
"Avrebbe cercato di ricorrere all'uso di sostanze dopanti per migliorare le prestazioni - le parole del general manager del team, Yvon Sanquer - Non abbiamo al momento che pochissime informazioni sui fatti, tuttavia i sospetti su Remy Di Gregorio ci portano alla rigorosa applicazione di sanzioni dall'effetto immediato, per questo il corridore viene sospeso oggi, a titolo precauzionale, in attesa di ulteriori informazioni". Sanquer ha preferito parlare comunque di "incidente isolato" che "non dovrebbe pregiudicare la partecipazione della squadra al Tour de France e penalizzare coloro che non hanno fatto nulla di male", ecco perché il "team si presenterà regolarmente alla partenza domani mattina".